Massimo assorbimento di ossigeno come misura parametrica della capacità cardiorespiratoria

Massimo assorbimento di ossigeno come misura parametrica della capacità cardiorespiratoria

Introduzione: Massimo assorbimento di ossigeno (.VO2max) è stato definito da Hill e Lupton nel 1923 come l’assorbimento di ossigeno raggiunto durante la massima intensità di esercizio che non poteva essere aumentata nonostante ulteriori aumenti del carico di lavoro di esercizio, definendo così i limiti del sistema cardiorespiratorio. Questo concetto è stato recentemente contestato a causa della mancanza di dati pubblicati che riportano un plateau inequivocabile in .,VO2 durante l’esercizio incrementale.

Scopo: Lo scopo di questa indagine era quello di testare l’ipotesi che non vi è alcuna differenza significativa tra il .VO2max ottenuto durante l’esercizio incrementale e un successivo test di esercizio supramassimale in corridori di media distanza competitivi. Abbiamo cercato di determinare in modo conclusivo se .VO2 raggiunge un valore massimo che successivamente altipiani o diminuisce con ulteriori aumenti di intensità di esercizio.

Metodi: cinquantadue soggetti (36 uomini, 16 donne) hanno eseguito tre serie di test di esercizio incrementali durante la misurazione .,VO2 utilizzando il metodo Douglas bag. Il giorno dopo ogni test incrementale, i soggetti sono tornati per un test supramassimale, durante il quale hanno eseguito a 8% di grado con la velocità scelta individualmente per esaurire il soggetto tra 2 e 4 min. .VO2 a intensità di esercizio supramaximal (30% sopra incrementale .VO2max) è stato misurato continuamente.

Conclusioni: .VO2max è un valido indice che misura i limiti della capacità dei sistemi cardiorespiratori di trasportare ossigeno dall’aria ai tessuti ad un dato livello di condizionamento fisico e disponibilità di ossigeno.

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