Erasmo e Lutero
Erasmus (1467-1536) è stato un paio di anni in più di Lutero (1483-1546). Il primo divenne un umanista leggendo e viaggiando molto a Oxford, Parigi e Bologna, tra gli altri luoghi., Aveva opinioni critiche sui teologi cattolici: essere addestrati nella scolastica non li autorizzava a definire buone azioni-necessarie per garantire la salvezza dell’anima. Per questo motivo si interessò agli scritti di Lutero sulla vendita delle indulgenze e si oppose anche al “traffico di anime”.
Per quanto riguarda Lutero, lesse molto attentamente l’edizione erudita del Nuovo Testamento proposto da Erasmo nel 1517. La traduzione del testo greco in latino che l’umanista ha anche proposto gli è sembrata molto giusta.,
Nonostante le loro opinioni comuni, Erasmus si ritirò progressivamente dal circolo luterano di influenza. Il pittore Albrecht Dürer gli scrisse dopo il rapimento di Lutero, lasciando la dieta di Worms nel 1521, chiedendogli di parlare con le autorità civili e religiose affinché potesse essere liberato, Erasmo non disse nulla.
Più tardi una controversia su quanta libertà gli uomini sono stati autorizzati opposto Erasmo a Lutero.,
Una polemica sulla salvezza attraverso buone azioni
Nel 1523, poco prima di morire, il Papa Adriano VI e un amico di Erasmo, chiesto di confermare che il suo parere sulla “salvezza attraverso le opere buone” concordato con la Chiesa Cattolica., Erasmo scrisse sul Libero Arbitrio nel 1524, che non fu nemmeno letto dal commissario, ma dal suo successore Clemente VII che era più ostile a Lutero di Adriano VI. Lutero rispose immediatamente in un testo fortemente polemico intitolato Sulla schiavitù della Volontà.
L’opinione di Erasmo sulla salvezza attraverso le buone azioni era piuttosto sottile: riteneva che se le buone azioni aprissero la strada alla salvezza personale, tutto si basava sul libero arbitrio (libertà di scelta) di colui che le raggiungeva.,
Lutero riteneva che grazie alla sua forza di volontà, per quanto significasse, l’uomo potesse certamente agire, ma ciò non aveva nulla a che fare con la sua salvezza personale (schiavitù); la sua sola fede nella giustificazione attraverso la grazia di Dio in Cristo garantiva questa promessa. Il libero impegno (la libertà del cristiano) era allora il contesto in cui la sua azione (e le azioni che ne derivavano) era del tutto rilevante.
Le due opinioni erano più vicine di quanto sembrassero: per Erasmo la forza di volontà non può ignorare la pietà e la fede., Non ne trasse tutte le conseguenze perché la sua preoccupazione era di rimanere all’interno della Chiesa cattolica, sperando di contribuire all’apertura della Chiesa.