“Quando parliamo di recupero stiamo davvero parlando di come il sistema nervoso si adatta al cervello manca una parte del tessuto funzionante,” spiega l’esperto Johns Hopkins Steven Zeiler, M. D., Ph. D.”Abbiamo fatto tutto il possibile nel periodo acuto, ma il danno è fatto ed è irreversibile.”La domanda allora diventa:” Come si fa ad adattare il resto del sistema nervoso?”In altre parole, possiamo ottenere altre parti del cervello per prendere il gioco? Si scopre che sì, possiamo.,
Riqualificare il cervello
Un innovativo studio Johns Hopkins di Zeiler e dei suoi colleghi ha confermato ciò che i medici sospettano da tempo: possiamo ricablare il cervello in modo che una parte assuma le funzioni tipicamente gestite da un’altra area, ora danneggiata.
In studi condotti con topi, i ricercatori hanno insegnato prima i topi un modo speciale per raggiungere per il cibo. Il compito è tipicamente diretto da una parte del cervello chiamata corteccia motoria primaria, che è coinvolta nella coordinazione fisica. Poi hanno dato ai topi lievi colpi che hanno danneggiato questa corteccia motoria., Come previsto, i topi non potevano più eseguire il compito di raggiungere con il loro livello di precisione pre-corsa. Due giorni dopo l’ictus, tuttavia, i ricercatori hanno iniziato a riqualificare i topi e, dopo una settimana, i topi hanno eseguito il compito altrettanto bene come prima dell’ictus.
La parte danneggiata del cervello non si era ripresa, dice Zeiler. Invece, un’altra parte del cervello chiamata corteccia premotoria mediale ha preso il sopravvento. Per dimostrare che, i ricercatori hanno dato i topi colpi in quella parte del cervello e ha visto la capacità di raggiungere di nuovo scomparire., Ma, ancora una volta, i topi riapprendevano il compito mentre un’altra parte del cervello interveniva per gestire il lavoro della corteccia premotoria mediale.
In uno studio simile, i ricercatori hanno scoperto che la precedente riqualificazione è iniziata, meglio è. ” Se hai riqualificato i topi dopo un ritardo di un giorno, sono migliorati, ma dopo un ritardo di sette giorni non sono migliorati”, dice Zeiler.,
Il progetto Kata di Johns Hopkins, una collaborazione tra neuroscienziati, ingegneri, esperti di animali, artisti ed esperti del settore dello spettacolo, ha progettato un’esperienza immersiva per i pazienti post-ictus che cercheranno di “nuotare” come un delfino virtuale chiamato Bandit. I prossimi studi clinici determineranno se questa esperienza unica aiuta i pazienti a recuperare la funzione motoria più velocemente rispetto all’attuale trattamento convenzionale di esercizi ripetitivi.