Sacco di Roma, (6 maggio 1527). La vittoria sui francesi a Pavia nel 1525 lasciò le forze del Sacro Romano Imperatore, Carlo V, dominanti in Italia. Nel 1527 queste forze assaltarono la città di Roma e si imbarcarono in un’orgia di distruzione e massacri, terrorizzando la popolazione e umiliando papa Clemente VII.
Papa Clemente aveva incautamente formato un’alleanza, la Lega di Cognac, per sfidare la supremazia di Carlo in Italia. Roma, tuttavia, non fu attaccata per ordine dell’imperatore, ma per iniziativa delle truppe imperiali arrabbiate per non essere pagate., Questi soldati laceri e affamati, tra cui mercenari tedeschi Landsknecht e fanteria spagnola, si ammutinarono e marciarono su Roma, sotto il comando del rinnegato aristocratico francese il duca di Borbone.
Le mura di Roma erano scarsamente difese, la guarnigione della città contava solo 8.000 uomini, tra cui la Guardia svizzera di 2.000 uomini. Il 6 maggio l’esercito imperiale ribelle lanciò un assalto di fronte al fuoco di cannon e arquebus. Il duca di Borbone fu ucciso, ma gli uomini che aveva guidato spazzarono in città, uccidendo tutti in vista, armati o meno. Le guardie svizzere combatterono coraggiosamente per difendere la Basilica di San Pietro e crearono abbastanza ritardo da permettere a Papa Clemente di fuggire lungo un tunnel nella fortezza di Castel Sant’Angelo., Lì fu assediato mentre la città era devastata. Il protestante Landsknecht sentiva particolare odio per Roma cattolica e dei suoi tesori rinascimentali idolatrici-hanno stallato cavalli in San Pietro-ma il cattolico spagnolo li eguagliato in crudeltà e distruttività. Clemente si arrese nel mese di giugno, accettando di pagare un enorme riscatto e cedere un consistente territorio a Carlo V che, sebbene imbarazzato dalla condotta brutale delle sue truppe, era felice di accettare il vantaggio che aveva guadagnato.